Il tappeto verde del mio Comune


Si lamentano i Sindaci.  Ed hanno ragione. 
Sempre con meno risorse, sempre con maggiori debiti, sempre con la casse comunali desolatamente vuote, sempre con i fornitori alle porte e lufficiale giudiziario nei paraggi.
Vogliamo provare a riempirle ? Vogliamo adottare il vecchio ma sempre attuale sistema francese?
Non è difficile. Lasciamo che ogni Comune apra la sua casa da gioco comunale.
I piccoli Comuni non ce la fanno:  si associano fra di loro, i grandi Comuni hanno più possibilità: ne realizzano di diverse.
E non mancano certo immobili comunali abbandonati, fabbriche in disuso, sponsor locali.
La gestione: non più comunale ma garantita dall’intendenza di finanza.
I profitti? 
70% al comune, 15% alla provincia, 10% alla Regione e 5% allo Stato.
Tutti contenti.. meno i gestori del gratta e vinci, ma non sono loro quelli che portano i danari nelle casse comunali: i loro profitti vanno allo Stato centrale, al Ministero e non al Sindaco.
E se anche Venezia, Campione dItalia, San Remo, la Valee avranno qualche introito in meno, nulla di male: per decenni hanno avuto sempre qualche introito in più
Dopotutto i quattro cavalieri del tavolo verde devono iniziare a dare spazio al resto dello stivale
Le nuove case da gioco comunali sono anche posti di lavoro, sono anche alberghi , ristoranti, boutique, sale convegni, occasione di mostre culturali, di impegni sociali.
Insomma la Francia ci può essere da guida, i Club inglesi d’esempio, Las Vegas ... un miraggio!
Perché no ? Riempiamo pure le casse dei nostri Comuni con i tappeti verdi : ne abbiamo bisogno .
E non è che chi ora ha il vizio del gioco, la malattia dellazzardo, un domani sia più tentato, più prigioniero di oggi, dove ledicolante fa il croupier ed al caffè sotto casa giochi con la slot machine fra la brioche ed il cappuccino.
Insomma : libero azzardo in libero Comunemeglio che libero azzardo di libero Stato.

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